Nightguide intervista J. Willgoose, Esq. dei Public Service Broadcasting

Nightguide intervista J. Willgoose, Esq. dei Public Service Broadcasting

Public Service Broadcasting hanno annunciato il loro nuovo EP in uscita in digitale e su CD il 26 ottobre e su vinile il 7 dicembre su Play It Again Sam. Ascolta QUI la title track, presentata in anteprima da Steve Lamacq
I fan avevano già avuto modo di ascoltare i nuovi brani quando la band si è esibita al BBC's Biggest Weekend, proprio nello scalo dove il Titanic era stato costruito.

L'EP racconta la costruzione della nave da crociera e la sua prematura e tragica fine. La band veste i panni di coloro che l'hanno costruita e che poi, alla stessa, hanno affidato il loro destino, pur dimostrando grande talento nell'unire alla musica delle registrazioni audio di repertorio, così da dare una nuova, diversa, chiave di lettura agli eventi che tutti conosciamo.

J. Willgoose, Esq. dei Public Service Broadcasting ha rivelato: “Ho pensato che potesse essere interessante raccontare la storia della nave. La sua costruzione era motivo d'orgoglio per l'industria di Belfast, perché rappresentava lo spirito incredibilmente ottimista degli anni precedenti alla guerra. E questa vuole essere, nel massimo rispetto, la narrazione del tragico affondamento della nave (rappresentato nell'EP dalla richiesta di soccorso in codice Morse C - Q - D) e del ritrovamento del relitto nel 1985”.

I due brani d'apertura, “The Unsinkable Ship” e “White Star Liner”, danno all'EP una scarica di energia, descrivendo minuziosamente la costruzione e la partenza della nave. Avvicinandosi alla fine, la musica assume toni diversi e dalla potente “C - Q - D”, che in codice Morse significa “A tutti i passeggeri, attenzione”, si passa alla più riflessiva “The Deep”, una rivisitazione di “Songe d'automne”, il brano che secondo il noto storico Walter Lord sarebbe stato l'ultimo ascoltato dai passeggeri, prima dell'incontro con il crudele destino. Soavemente accompagnato dall'appassionata voce della sopravvissuta Eva Hart, il brano è la commovente fine di una storia, un omaggio a tutti coloro che hanno costruito la nave e a tutti coloro che a bordo della stessa hanno perso la vita.

Public Service Broadcasting hanno da poco annunciato che apriranno il loro tour nel Regno Unito con una data alla prestigiosissima Royal Albert Hall di Londra l'1 novembre, che sarà poi seguita da una serie di tappe in tutta Europa. Lo show alla Royal Albert Hall è andato sold out in poche ore ed è la conclusione perfetta di un periodo incredibilmente positivo per la band che ha debuttato al #4 delle classifiche con l'album “Every Valley” e che, per tutta l'estate, ha calcato i palchi di festival importanti come Primavera Sound, Bluedot, All Points East e molti altri.
Questo è il resoconto della chiacchierata che ci siamo fatti con J. Willgoose, Esq. in vista delle date italiane che saranno:

Gio 22 - Serraglio, Milan, IT
Ve 23 - Teatro Parioli, Rome, IT
Sab 24 - Covo Club, Bologna, IT

Venite da un mese molto intenso, come sta andando per ora?
Molto bene: siamo stati in posti dove non eravamo mai stati, siamo stanchi, perché è un po' tutto una sfida, ma ce la stiamo godendo.

Stavo guardando il vostro tour, e mi sa che oggi è l'unico giorno libero che avete da due settimane.
Si, abbiamo un paio di giorni... Non è così male, ne vale la pena. Fanno più fatica quelli che devono lavorare per il nostro tour, noi li raggiungiamo li appena hanno finito.

Fra pochi gironi sarete in Italia, e devo chiedervi una cosa che di solito non chiedo mai: ho ascoltato il vostro ultimo EP e volevo sapere se sapete qualcosa della musica italiana, e che ne pensate.
Qui in UK non ne arriva molta, quindi è difficile apprezzare davvero la musica italiana. Ho un amico che suona in una band underground che ha suonato in Italia, in alcuni club underground che gli sono piaciuti parecchio. Forse da voi come da noi sta succedendo che le band underground finiscono per diventare overground, perché ci sono radio che li passano, c'è il passaparola, ed è una cosa sana.


Te lo chiedo perché ho trovato il vostro metodo di ricerca e documentazione molto simile a una cosa che è successo nel passato nella musica italiana, e adesso non succede più, come parlare di qualcosa che non sia solo amore o le solite cose, e apprezzavo questa cosa perché in Italia non succede più da un da un po'.
È un peccato: credo sia il motivo per cui parecchia gente pensa che fare questa musica sia limitante in un certo senso. In realtà devi uscire dalla tua testa e dalle tue esperienze e vedere che succede in giro, ed è l'aspetto della band che trovo più soddisfacente.

La mia impressione è che nel mondo del business musicale si cerchi più di sorprendere la gente con strumenti ed effetti nuovi, ma non c'è un approccio simile al testo: la musica è importante, ma il testo lo è meno.
Si, immagino che nella musica pop la sperimentazione è tirata al massimo, ma non credo sia un problema finché qualcuno continuerà a fare anche tutto il resto.

Se dovessi fare un paragone con l'arte direi che la musica si avvicina all'arte barocca nell'ultimo periodo, è come se stupire fosse più importante che comunicare.
Si, hai detto una cosa molto interessante: credo che noi cerchiamo i comunicare, soprattutto emozioni nell'ultimo album. È interessante il tuo paragone.

Nelle vostre canzoni ti godi le parti tecniche, ma impari anche qualcosa.
Si, immagino di si! Nelle vacanze ci siamo messi sotto e abbiamo usato vecchi sample per dare carattere alle registrazioni, e il nostro lavoro consiste nel far divertire più che informare o educare, ma se sei interessato e ti lasci prendere sotto c'è sostanza, come può aver fatto un artista come David Bowie, scegliendo parti di mondi diversi e combinandoli. la sfida è fare qualcosa del genere.

Ho letto da qualche parte che in tanti comparano voi a David Bowie ma, e amo David Bowie, voi avete la vostra personalità quindi probabilmente fra poco qualcuno comparerà altri artisti ai PSB.
(ride) non saprei, ma grazie!

Ora voglio farti la domanda più stupida del mondo: come ti è venuta l'idea di parlare del Titanic?
In realtà la cosa è nata dalla BBC, che in passato non ci aveva mai contattato: c'era un grosso festival a Belfast e li è dove c'è il museo ed è stata costruita la nave, e lo facevano sul Titanic Slipways, proprio dove è stato costruito il Titanic: in pratica ci hanno chiesto di partecipare, e di scrivere qualcosa per l'occasione. Ci saranno circa 10.000 persone, ci hanno detto, e ci è sembrata una sfida interessante: sia suonare davanti a così tante persone che prendere qualcosa di così familiare alla gente e rimaneggiarlo a modo nostro. Dovevamo dire una storia con una canzone.

Per molti storici il Titanic rappresenta la fine di un'era, un modo di vedere la vita in un mondo che non era abituato ad avere limiti. Il Titanic era il simbolo di un'era, e la sua fine è stata la prima world wide news che non riguardasse una guerra, in un momento storico. In cui la gente non era abituata ad avere notizie di altri paesi è stato un evento importantissimo, che nessuno riusciva a immaginare. Posso vedere qualche analogia con questo periodo: parecchie cose stanno succedendo, e siamo arrivati all'idea di non avere limiti: adesso invece stiamo scoprendo di averne un sacco, basta vedere cosa sta succedendo negli USA o in Italia o in Spagna...vedi anche tu questa analogia o sono solo io?
Si io credo che il Titanic sia anche l'allegoria della tragedia, successa prima della Prima Guerra Mondiale, nel 1912: erano convinti di aver creato qualcosa che non potesse essere battuto dalla natura, e di essere naturalmente superiori nei confronti del mondo naturale, e credo che in quel momento si siano accorti troppo tardi di quello che era successo, e che abbiano reagito in ritardo portando a molta più morte di quanta ce ne sarebbe potuta essere. È dura non vedere che in effetti sta succedendo anche ora, in particolare verso l'ambiente: stiamo iniziando molto lentamente ad affrontare il tema e a renderci conto delle catastrofi sui diversi livelli in cui succedono, e probabilmente in molti non se ne accorgeranno finché non sarà troppo tardi.

Pochi giorni fa ho letto che stanno costruendo il nuovo Titanic, e sarà pronto a lasciare South Hampton in un paio d'anni. Non è un po' la stessa cosa, un momento in cui la gente vuole l'effetto WOW?
Si, e credo che sarà interessante da vedere cosa succederà quando le persone vedranno dietro tutto quel glamour.

Forse voi potreste suonare al posto del quartetto d'archi che suonava sul Titanic.
(ride) si, non so se sarebbe una bella esperienza.

Si, ma con un finale migliore!
si, spero di si!

I vostri ultimi 3 dischi hanno 3 ambientazioni diverse, ma volendo cercare similitudini descrivono tre modi in cui l'uomo cerca di combattere natura e destino. Quando decidete il tema di un disco il vostro approccio è naturale e puramente documentaristico o partite da una risposta emotiva al tema?
Credo siano entrambe, perché è difficile tenerle separate: con The Race To Space eravamo sia interessati all'argomento che avendo una reazione emotiva alla cosa. La stessa cosa si può dire per gli altri lavori, per quanto diversi possano sembrare. Credo però che questo sia un album forse più emotivo, e ci siamo mossi in quella direzione. È dura tener separata la narrazione di una storia dal suo aspetto emozionale, se vogliamo coinvolgere le persone.

Questa è la domanda più difficile: sono un fotografo e secondo me l'arte è migliore quando l'artista ha una grossa motivazione e sa bene con chi sta cercando di comunicare e a chi. Voglio sapere quando avete deciso di suonare questo tipo di musica con questo tipo di testi, a chi volete parlare, e qual'è la vostra motivazione?
Ok, la nostra musica ha tante componenti diverse, ma in effetti chi ci ascolta sono persone che sono interessate al mondo, sanno cosa succede, ed è questa l'audience che ci segue. La nostra motivazione è difficile da trovare, perché si tratta di comunicare col mondo, ed è una cosa difficile sia da fare che da. Credo che alla fine vogliamo far passare un messaggio a persone che speriamo siano interessate a capirlo e a cambiare qualcosa la fuori, raccontare una storia. Non lo farei mai in un modo calcolato, è una cosa naturale e genuina. Cosa che poi aiuta a trovare fan genuinamente interessanti.

Cosa possiamo aspettarci dal futuro prossimo dopo questo EP?
Arriverà un disco, ma sarà il prossimo anno: ci metteremo un po' perché vogliamo lavorarci bene, quindi ci prenderemo il nostro tempo. forse anche nel 2020.

Voglio chiudere la nostra intervista con una domanda che faccio a tutti, visto che di solito le risposte mi piacciono: pensando al tuo passato, quando eri giovane o teenager, quali sono stati i tre dischi a cui non potresti mai rinunciare?
Probabilmente Lifeblood dei Manic Street Preachers, è un disco importantissimo per me. Poi Low di David Bowie: continua ad essere sorprendente, un vero capolavoro. E Endtroducing di Dj Shadow, è un lavoro seminale che credo sia alle basi anche di ciò che facciamo noi.

Intervista a cura di Luigi Rizzo.
Copywriting a cura di Valentina Ceccatelli.

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