Nightguide intervista il Maestro Giacomo Loprieno, stasera in scena a Bologna con The Legend of Morricone.

Nightguide intervista il Maestro Giacomo Loprieno, stasera in scena a Bologna con The Legend of Morricone.

The legend of Morricone, il tributo alle musiche del grande compositore italiano dell'Ensemble Symphony Orchestra diretta dal M° Giacomo Loprieno, farà tappa al Teatro EuropAuditorium di Bologna il 14 febbraio.

500 colonne sonore, 70 milioni di dischi, sei nomination e due Oscar vinti, tre Grammy, quattro Golden Globe e un Leone d'Oro fanno di Ennio Morricone un gigante della musica di tutti i tempi. Da qui l'idea dell'Ensemble Symphony Orchestra di porgere omaggio al Maestro.
Dal vivo melodie scolpite nella memoria collettiva scorrono come fotogrammi. L'Ensemble Symphony Orchestra esalta la potenza evocativa di  “Mission”, “La leggenda del pianista sull'oceano”, “C'era una volta il West”, “Nuovo Cinema Paradiso”, “The Hateful Eight”, “C'era una volta in America”, “Per qualche dollaro in più”, “Malena”...
Sul palco si alternano solisti, prime parti di importanti teatri e istituzioni sinfoniche italiane, come il violoncello del Maestro Ferdinando Vietti e la tromba del Maestro Stefano Benedetti. Ospiti speciali il soprano Anna Delfino, beniamina del pubblico europeo dell'opera, che fa rivivere l'emozione del Deborah's Theme da “C'era una volta in America” e il violinista del Circle du Soleil Attila Simon, che esegue il concerto romantico interrotto per violino da “Canone Inverso”.
Ad accompagnare il pubblico, dando voce ai personaggi e alle ambientazioni, è l'attore Matteo Taranto. Diretto dai maggiori registi italiani e stranieri, da Ferzan Ozpeteck ad Alessandro Gassmann da Enrico Oldoini e Sam Mendes nello “007 - Spectre”, si è dedicato al mondo delle fiction, dove si è particolarmente distinto nel ruolo del cattivo ne “Il commissario Montalbano”.
Diretta dal Maestro Giacomo Loprieno, L'Ensemble Symphony Orchestra si è avvicinata alla musica di Morricone dopo importanti collaborazioni: impossibile non ricordare quelle con Mario Biondi, Max Gazzè, Franco Battiato, Giovanni Allevi, Renato Zero, Francesco Renga, Pooh, Baustelle, PFM, Andrea Bocelli, Sting, Kylie Minogue, Robbie Williams, Nile Rodgers, Sam Smith, Luis Bacalov. Con oltre 600 concerti tra Italia, Svizzera, Germania, Spagna, Olanda, Francia, Austria, Regno Unito e Belgio, l'orchestra presenta una versatilità e attenzione per ogni tipo di musica, con un repertorio che spazia dalle arie d'opera più conosciute alle colonne sonore di film di fama mondiale, da “Frozen” ad “Harry Potter”.

Il Maestro Giacomo Loprieno ci ha incontrato per raccontarci il segreto di un successo che sta avvicinando migliaia di persone alla musica sinfonica.


Nightguide. Maestro, nonostante ormai non abbia bisogno di presentazioni, ci parli di questo incredibile spettacolo in tour da 2 anni. Come è nato “The Legend of Morricone” e, secondo lei, a cosa deve tutto questo successo? Ve lo aspettavate?
Giacomo Loprieno. Francamente tutto è nato per gioco. Abbiamo deciso di fare un omaggio al grande Maestro Morricone perché erano comunque i suoi 90 anni, perché era un momento in cui il mondo lo stava celebrando e quindi abbiamo ritenuto giusto, da musicisti, di immaginare di fare un concerto tutto dedicato alle sue musiche e lo abbiamo fatto per il Teatro Colosseo di Torino come se dovesse essere una prima ed ultima esecuzione.  Il successo è stato talmente grande che da quel giorno abbiamo fatto 52 concerti nei teatri più belli d'Italia e d'Europa tutti sold out con un tributo di affetto da parte del pubblico incredibile, quindi è stata una sorpresa, non ce l'aspettavamo. Conoscevamo la grandezza del Maestro ma che il mondo internazionalmente gli tributasse così tanta ammirazione e affetto, francamente ci ha lasciato stupefatti.
 
 
NG. Si dice spesso che le nuove generazioni non abbiano una vera cultura musicale, ma poi ci sono personaggi come il Maestro Morricone e altri del suo calibro, in grado di attrarre pubblico di ogni età.
GL. Assolutamente no... anzi, noi nei nostri concerti stiamo notando sempre più un pubblico di ventenni e trentenni, moltissime coppie Probabilmente la metà di questo pubblico nemmeno ha visto le pellicole degli anni '60/'70 dalle quali sono tratte le musiche, ma ne conoscono comunque le melodie, quindi un pubblico assolutamente trasversale e...si diciamo che i grandi della musica classica hanno la capacità di entrare con prepotenza nel mondo POP inteso come popolare.

 
NG. Certo!
GL. E quindi diventano artisti di massa, patrimonio della cultura collettiva musicale. Noi in questa tournée di quasi due anni abbiamo raccolto quasi 50.000 spettatori, quindi stiamo parlando di numeri da concerto rock.

 
NG. Personaggi come il Maestro Ennio Morricone rappresentano forse l'ultimo esempio di compositori classici che ci sono al giorno d'oggi! Le colonne sonore sono come l'Opera di una volta.
GL. Assolutamente si, infatti io racconto sempre al nostro pubblico che un paragone migliore lo possiamo fare con opere come il Nessun Dorma di Puccini: sono opere così potenti che sono entrate nella cultura collettiva e tutti le conoscono ma molto probabilmente quasi nessuno le ha viste, quindi la potenza della musica ha superato la vicenda, l'opera per la quale è stata scritta. Nel caso del Maestro Morricone la pellicola del film tramonterà ma la sua musica resterà.

 
NG. Lei comunque è molto giovane, e forse anche questo ha contribuito a renderla più popolare ad un pubblico di età diverse.
GL. Noi siamo un'orchestra che in questi 10 anni si è conquistata l'attenzione del pubblico italiano grazie alle infinite collaborazioni con il mondo del pop, nell'orchestra di Renga, di Sting, di Mario Biondi, di Battiato, di Cocciante, dei Pooh..

 
NG. della PFM, di Kylie Minogue...
GL. Si chi più ne ha più ne metta! Quindi abbiamo imparato quali sono i canali più diretti per arrivare al cuore e alla mente delle persone nel mondo del pop, che è un ambiente musicale molto più diretto, meno filtrato dalla conoscenza musicale, dalla preparazione, come la classica. Abbiamo preso questa esperienza e l'abbiamo trasportata nel mondo dell'orchestra sinfonica ed è andata bene perché poi il pubblico applaude come in un concerto rock, quindi via tutti i cerimoniali, via tutti i formalismi! Il pubblico deve sentirsi libero di applaudire, stupirsi, partecipare, perché poi la musica deve essere questo!

 
NG. Voglio approfittare della sua cordialità e della sua giovane età per porle una domanda che io ho da quando sono piccolo, da appassionato di musica classica: qual è la differenza tra un direttore d'orchestra e l'altro? Per chi non suona uno strumento risulta un po' complicato capire quale sia il reale ruolo di quell'uomo al centro che sembra solo limitarsi a muovere le mani a tempo (ride)

 
GL: (ride) Allora intanto c'è un problema di fondo: tutti pensano che il direttore di orchestra sia quell'entità che vediamo durante un concerto, in realtà l'80% del suo lavoro nasce durante le prove. Quando si arriva all'esecuzione, la figura del direttore d'orchestra diventa più che altro un riferimento, poi è chiaro che se quella persona ha una capacità di continuare, anche durante l'esecuzione live, a concertare, a comunicare nuovamente, a dare maggiore incisività a quello che però ha già raccontato, spiegato, chiesto e concertato in prova, tanto meglio, però il lavoro è tutto prima. Il direttore è una persona che catalizza le sensazioni e le intenzioni di 20/30/40/50 persone e le fa andare in un'unica direzione; si singoli annullano la loro intenzione personale e si lasciano guidare in un'unica direzione dal direttore. Per fare questo occorre carisma, autorevolezza, ma soprattutto occorre preparazione: nessun musicista d'orchestra si lascia andare, si butta nelle braccia del maestro se non ritiene che quella persona sia preparata ed autorevole in quello che fa.

 
NG. Quindi ci vogliono anche grandi doti da psicologo per calmare gli animi un po' più forti e far emergere quelli un po' più timidi, perché a vote può capitare il musicista un po' più presuntuoso!
GL: Tantissime aziende ci chiamano spesso a raccontare la nostra esperienza di team perfetto. Effettivamente possono capitare i caratteri che cercano di prevalere e bisogna intervenire, però poi sempre nel rispetto di tutti perché  poi alla fine se il musicista e l'orchestra devono dare il meglio, lo si fa se si ha anche la libertà e l'autonomia di potersi esprimere, non c'è la legge marziale.

 
NG. Il direttore è un po' come uno chef stellato: prende degli ingredienti che, separati, sono banali e li unisce a creare qualcosa di più prezioso della mera somma.
GL. Esattamente!

 
NG. I suoi gusti musicali personali vanno oltre la musica classica?
GL. A dire la verità ho smesso di avere delle preferenze, nel senso che ho scoperto dopo i primi indottrinamenti quando non pensavo ci fosse altro oltre a Bach e Mozart, che c'è dello spessore, del valore e della cultura e dell'arte in mille rivoli dell'espressione musicale, quindi bisogna ascoltare tutto, essere spugne, essere recettivi, suonare tutto, sporcarsi le mani ogni giorno perché tanto le classifiche e i settarismi non servono in musica.

 
NG. Ha mai pensato di lavorare lei stesso su un soundtrack originale? Su una colonna sonora?
GL. È un mondo che mi affascina, prima o poi lo farò, diciamo che ci sono dei professionisti che fanno questo, e lo fanno in maniera egregia. È un mondo fatto di creazione, senza dubbio, ma anche di tantissima tecnologia, e per far funzionare la tecnologia, occorrono gli strumenti. Le colonne sonore come le concepiva una volta il Maestro Morricone sono un ricordo; adesso Zimmer e quelli della nuova generazione lavorano in equipe, con staff che lavorano al computer per l'elaborazione di suoni sempre nuovi.

 
NG. La incuriosirebbe portare un tour come quello che sta facendo, unendo in maniera completamente blasfema sinfonia ed elettronica?
GL. Si, assolutamente si, nella maniera più assoluta. L'elettronica non è un mondo freddo e impersonale, ma va gestito con sensibilità, altrimenti appiattisce tutto.

NG. Lei ha praticamente suonato ovunque, il suo curriculum è impressionante. C'è un sogno che ancora è rimasto nel cassetto?
GL. Qui giochiamo facile perché uno dei pochi artisti di cui io, personalmente, ho una grande stima e con il quale non io e il mio gruppo orchestrale non siamo ancora riusciti a fare nulla è Lorenzo Jovanotti. Se riuscissimo a creare una versione sinfonica dei suoi lavori verrebbe fuori un lavoro di una potenza incredibile.

 
NG. Cosa è per lei la musica, in tre parole?
GL. Sicuramente compagna di viaggio, sicuramente una grande fatica, e una grande soddisfazione.

 
NG. Quali sono i tre album o artisti che mai potrebbero mancare nella sua collezione?
GL. All'inizio io ascoltavo solo musica classica.... Io mi sono ubriacato di Puccini, Brahms, Rachmarinov.


Intervista a cura di Luigi Rizzo.

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