Nightguide intervista i S•I•K•I

Nightguide intervista i S•I•K•I

Un tempo vera e propria band, oggi è più corretto definire i S•I•K•I come un collettivo di produttori e musicisti al servizio di un progetto fondamentalmente pop, con una particolare inclinazione per tutta la musica di matrice afroamericana. Nati nel 2000, dopo molti anni di lavoro dedicati alla musica da sonorizzazione, la vera e propria attività discografica inizia con l'etichetta Casasonica per la quale nel 2005 esce Fuga dal Deserto Del Tiki prodotto da Ale Bavo e Max Casacci. Il disco proietta la band fra le nuove realtà della scena indipendente italiana. Seguono due anni di tour con oltre 100 concerti, alcuni dei quali in apertura dei Subsonica durante il “Terrestre Tour” nei palazzetti italiani.
Nel 2008 esce il secondo lavoro “B”, mentre nel 2010, dopo l'incontro con Manuele Fusaroli - guru della musica indipendente in quegli anni - esce ''Dischi Fuori Moda''. Il lavoro, uscito per Infecta Suoni & Affini, riscuote un ottimo successo di pubblico e critica. Per diverse testate di settore è uno dei migliori dischi dell'anno. La terza fatica dei Sikitiki suscita inoltre l'interesse della Sugar di Caterina Caselli che includerà Alessandro Spedicati (autore dei brani) fra gli autori del suo roster. Ad oggi si può considerare Dischi Fuori Moda uno dei dischi antesignani dell'attuale indie-pop italiano. Sulla stessa scia esce nel 2012 Le Belle Cose, album che porta la band negli studi della RAI per presentare il singolo La Mia Piccola Rivoluzione a Quelli che il calcio. Una rarità per un gruppo lontano dalle luci del mainstream.
Nel 2015 la band si ritrova in studio per registrare il quinto album che prende il nome di ''Abbiamo Perso'', che esce nel 2016 in maniera totalmente indipendente. Tale album ebbe un'importante funzione terapeutica all'interno del progetto, dando vita ad un nuovo corso musicale e creativo che, con l'ingresso in pianta stabile del chitarrista e produttore Samuele Dessì, ha trasformato i Sikitikis in S•I•K•I.
Ora è uscito “Hai Ragione Anche Tu”, il primo singolo tratto dal nuovo album in uscita a breve per Bianca Dischi. Li abbiamo intervistati.
 
Ciao ragazzi, come è nato “Hai Ragione Anche Tu''?
Ciao! Come molte altre canzoni (forse non solo le nostre) Hai Ragione Anche Tu è nata dall'urgenza di raccontare una sensazione, quella della mia generazione, di aver vissuto una vita crescendo senza mai diventare adulti, o comunque dal diventare adulti in modo molto diverso dai nostri genitori.
Musicalmente, la base si è sviluppata intorno a un giro di accordi e un movimento di basso molto groovy, che conferisce al pezzo il tiro dei vecchi pezzi funk. Intorno a questo elemento “classico” abbiamo voluto costruire un involucro molto contemporaneo, che ci restituisse un po' della disillusione che compare nel testo.



Cosa è cambiato dai tempi dei Sikitikis?
Per molti dei nostri affezionati, il passaggio da Sikitikis a S•I•K•I è stato un passaggio rapido e immediato, un cambio di nome sulle pagine dei social e sulle grafiche della comunicazione virale. Per noi non è stato esattamente così. Il vero ciclo dei Sikitikis, secondo me, si è concluso con il tour di Le Belle Cose, il nostro quarto disco. Quello è stato il periodo in cui le energie della band si sono fisiologicamente esaurite, e in cui le dinamiche interne hanno iniziato a stancare tutti. Infatti ne è seguito un periodo di allontanamento fra di noi. Credo che quel periodo abbia coinciso con una fase di grade crescita personale per molti di noi. Il disco successivo, il quinto, era già un lavoro fatto con un approccio diverso. Era stato concepito per essere il mio primo disco solista, ma c'è stato un momento in cui ho capito che sarebbe stato terapeutico, lavorare insieme ancora, mettendo il lato umano in una posizione prioritaria, rispetto a quello professionale. Non a caso il titolo del disco è Abbiamo Perso, perché è un disco di abbandono, sconfitta e sensazione di fallimento. Un disco bellissimo, a parer mio, sul quale non abbiamo investito molte risorse, e che avrebbe meritato di più.
S•I•K•I è un progetto figlio di quel passaggio. Tuttavia è un figlio che non assomiglia troppo ai suoi genitori, c'è l'aria di famiglia, certamente, ma è un progetto strutturato molto diversamente e queste differenze verranno fuori nel tempo. Anche per noi stessi sarà una scoperta.
E come sarà il prossimo disco?
Ti confesso che in realtà siamo noi i primi a chiederci come sarà il prossimo disco. Per ora siamo un po' immersi in una nebulosa, dalla quale si concretizzano le canzoni una alla volta. L'unica regola è che ogni canzone ci deve piacere, senza sentirci eccessivamente vincolati a quello che accade nelle altre canzoni.
Se devo fare uno sforzo di immaginazione, credo che il disco sarà molto fresco, perché è di freschezza che sentiamo di avere maggiormente bisogno. Non mancheranno parentesi scure e altre più ironiche. Quello che mi auguro è che alla fine, si comprenda il lavoro anche nella sua totalità, non solo brano per brano. Vedremo se ci si riuscirà.
Quali sono i messaggi che volete veicolare con la vostra musica?
Mi interessa più restituire sensazioni fisiche, che messaggi. Anche nei testi. Mi piace raccontare, ovviamente, ritengo importante che i testi dicano qualcosa, ma sono molto più interessato a come le metriche colpiscono lo stomaco o a come il suono delle parole coinvolga il lato emotivo del subconscio.
Ritengo che la stesura dei testi sia la parte più complicata del mio mestiere, proprio perché ci sono moltissimi esempi di canzoni i cui testi sembrano non dire nulla di perfettamente comprensibile, ma che, allo stesso tempo, sono in grado di intercettare zone di penombra dell'essere umano. Pensiamo a
Battiato, per esempio. È il grande mistero della poesia. Non è meraviglioso?
Chi sono gli artisti che più stimate nella scena contemporanea?
A livello internazionale sono moltissimi gli artisti che ascoltiamo e che stimiamo. Anderson Paak, Childish Gambino, Woodkid, NERD, J.Cole, Post Malone, ma anche tanti altri fra quelli che, soprattutto, fanno convivere con grande eleganza elementi musicalmente agli antipodi.
In Italia c'è molto meno, ma qualcosa di buono si tira sicuramente fuori. Brunori, per esempio, Scarda e Nicola Lombardo, che sono due grandi talenti con i quali condividiamo la stessa label (Bianca Dischi), ma facciamo anche attenzione alle frange più generazionali di quanto accade nella musica italiana, personalmente apprezzo molto sia Carl Brave & Franco 126, sia Quentin40.
Che ne pensate della deriva dei talent, sempre più scelta come via verso il successo da parte degli emergenti?
Sul talent bisognerebbe fare due discorsi paralleli, uno sul piano culturale e un altro sul piano sociale. Qui proverò a sintetizzare il mio pensiero. Sul piano culturale, negli ultimi trent'anni, in Italia, è stato fatto un lavoro sistematico per creare questa condizione di aridità, e questo progressivo allontanamento del pubblico dai luoghi in cui la musica nasce, per portare lo stesso pubblico a sedersi di fronte al televisore.
Socialmente invece, il talent riflette il crollo del valore del lavoro come strada maestra per costruire un successo. I ragazzi sperano di partecipare ad un talent perché convinti che questo gli permetta di prendere una scorciatoia per la fama, il successo e la ricchezza economica. Nulla di più errato.
Se si fa una percentuale a spanna di come sono andate le cose in quasi 15 anni di talent, fra centinaia di ragazzi che sono passati, pochissimi sono quelli che hanno costruito un successo duraturo una volta usciti dallo schermo, e ci sono riusciti grazie a un impegno enorme. Spesso chi partecipa a un talent, ha talento, sì, ma anche un'esperienza live prossima allo zero. Quando escono si ritrovano in piazze di fronte a diverse migliaia di persone a fare praticamente del karaoke. Il pubblico, anche il meno raffinato, si stanca in fretta delle cose che non hanno un minimo spessore, c'è poco da fare.
Cosa possiamo aspettarci sui palchi, nel prossimo tour?
Il nostro obiettivo è quello di riuscire a portare in giro un concerto intenso, potente, con la musica al centro di tutto.
E quali sono i vostri prossimi progetti?
Per ora siamo concentrati sul lavoro ai singoli. Nei prossimi mesi ne usciranno diversi e contiamo di avere il disco pronto per l'autunno. Per l'estate faremo qualche data in Sardegna e dal prossimo inverno speriamo di poterci riaffacciare sui palchi della penisola.

hai ragione anche tu, siki, sikitis

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